Cactus

Come riconoscere i cactus

I cactus o Cactacee sono una famiglia botanica di piante originarie dalle Americhe e appartenenti al più ampio gruppo delle succulente, comunemente note come piante grasse. Essendosi dovute adattare a condizioni climatiche estremamente ostili, se non impossibili per altre specie vegetali, nel corso dell’evoluzione naturale hanno sviluppato caratteristiche funzionali e morfologiche uniche e affascinanti. A questa famiglia botanica appartengono alcune migliaia di specie dalle forme e fisiologie più disparate. Si va dai cactus bassi e globosi (es. Mammillaria), a quelli colonnari, da tipi rampicanti a quelli pendenti (es. Schlumbergera), da cactus con articoli a pala (es. Opunzia), a piante con foglie sempreverdi, come le splendide Pereskia, distanti nell’aspetto dall’idea che comunemente si ha delle piante grasse. Individuare il genere a cui le Cactacee appartengono risulta assolutamente indispensabile per evitare grossolani errori di coltivazione e inaspettate delusioni.
Cactus del deserto in Messico

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Esigenze climatiche delle Cactacee

Cactus della foresta del genere Schlumbergera In funzione della zona di origine e delle diverse esigenze ambientali le Cactacee si possono distinguere in cactus del deserto e cactus della foresta o della giungla. Questi ultimi, originari delle foreste pluviali tropicali e subtropicali dell’America centrale e meridionale, con portamento pendente o rampicante, nel loro habitat naturale crescono sui rami degli alberi, al di sotto di una folta vegetazione. Dunque, a differenza dei cactus del deserto, questi tipi di piante non amano un’esposizione diretta alla luce del sole, prediligendo collocazioni più riparate e dotate di buona luminosità indiretta. Per ciò che concerne le temperature, i maggiori problemi sorgono durante la stagione invernale, soprattutto se la coltivazione avviene all’aperto. Temperature al di sotto dei 5°C possono condurre alla morte la maggior parte delle specie. La maggiore sensibilità alle basse temperature si registra per i cactus delle foreste, la cui temperatura minima non dovrebbe mai scendere al di sotto dei 10°C.

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Quando innaffiare i cactus

Cactus globoso del genere Mammillaria Uno degli aspetti più delicati della coltivazione delle Cactacee riguarda la gestione dell’acqua. Un eccesso idrico, infatti, può essere causa di marciume radicale e putrescenza, che finirà per interessare in poco tempo l’intera pianta. Prima dell’innaffiatura, nel caso di piante in vaso, è sempre bene controllare che il sottovaso sia completamente asciutto. Le annaffiature vanno fatte nel momento in cui siamo di fronte a piantine ben radicate nella composta e la loro frequenza varia in relazione della stagione. Ogni 10 giorni, in media, nel periodo invernale, aumentando il numero delle bagnature man mano che ci si addentra nella stagione calda. L’acqua va data sul terriccio, soprattutto se si hanno cactus ricoperti dalla caratteristica sostanza cerulea di protezione. Le varietà della foresta, a differenza di quelle del deserto non vanno mai lasciate completamente in asciutto, e si avvantaggiano di spruzzature e nebulizzazioni, soprattutto in primavera-estate.


Proteggere i cactus dai parassiti

Cactus infestato dalla cocciniglia Per quanto le Cactacee siano piante abbastanza resistenti, in determinate situazioni di stress vegetativo, possono essere soggette agli attacchi di alcuni insetti (cocciniglie, ragnetto rosso e afidi) e batteri (marciume nero). Tutte le infestazioni si possono prevenire mantenendo condizioni colturali idonee a favorire le difese immunitarie di questo tipo di piante grasse. Durante la stagione estiva, con atmosfera eccessivamente calda e asciutta, frequenti nebulizzazioni possono essere un deterrente ideale per il ragnetto rosso. In presenza di cocciniglie, riconoscibili dalla caratteristica lanuggine biancastra, si possono effettuare delle leggere spazzolature per la loro eliminazione, anche utilizzando un semplice spazzolino da denti. In presenza, invece, di marciume nero, causato generalmente da eccessi d’innaffiature, si può asportare la parte annerita tagliandola con un coltello e disinfettando la ferita con zolfo in polvere. Di fronte a infestazioni importanti si può comunque ricorrere a specifici insetticidi facilmente reperibili in commercio.


Scelta del vaso e del terriccio

Le Cactacee sono piante ornamentali che si prestano egregiamente alla coltura in vaso. Possono essere utilizzati sia vasi in plastica che in coccio. Importanti, però, sono le giuste dimensioni del vaso. Se troppo piccolo, infatti, l’apparato radicale non potrà espandersi, se troppo grande eventuali errori di annaffiatura si amplificheranno. Per i cactus colonnari il diametro del vaso dovrebbe essere uguale alla metà dell’altezza della pianta. Il drenaggio deve essere accurato e può essere effettuato utilizzando al fondo del contenitore 1 – 2 cm di materiali inerti (pietre, cocci ecc.). Procedendo all’invaso si aggiungerà del terriccio, vi si adagerà la pianta, che potrà essere tenuta tramite l’ausilio di un giornale, se spinosa, e si completerà fino al riempimento, avendo l’accortezza di lasciare 1 cm dal bordo del vaso. Esistono in commercio tipologie di terriccio preparate e idonee per diversi tipi di cactus. La composta ideale deve comunque essere leggera per un buon drenaggio e un’ottimale circolazione dell’area. I cactus della foresta, tenuti dentro vasi o cesti pendenti, richiedono un terriccio più grasso, ricco e soprattutto più acido.


Cactus: Come moltiplicare i cactus

cactus Come la maggior parte delle piante grasse anche le Cactacee possono essere propagate facilmente attraverso l’uso di polloni e talee. I polloni sono getti cresciuti alla base della pianta madre e dotati di apparato radicale. Questi possono essere separati con un taglio netto, avendo l’accortezza di non danneggiare le radici che vanno sfilate dal substrato, se sufficientemente sabbioso, o prelevate direttamente con il loro pane di terra e invasate. Le talee, invece, sono dei germogli privi di radici, cresciuti alla base o sul fusto, che possono essere tagliati con estrema semplicità. Al fine di non provocare danni sia alla pianta madre che alle talee, questi germogli non vanno mai strappati. Una volta che il taglio si sia asciugato e abbia formato il callo cicatriziale, queste porzioni di pianta vanno collocate in contenitori riempiti di composta molto sabbiosa e posti in zona riparata dalla luce diretta, ma sufficientemente calda. Il substrato va tenuto sempre leggermente umido. Dopo anche meno di una settimana una nuova piantina di cactus sarà pronta per il rinvaso.


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