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Tra tutte le caratteristiche che distinguono le viti, una classificazione riguarda la forma della testa. Trattandosi di minuteria che è destinata a mantenere l'assemblaggio in ogni genere di oggetto, la particolare forma che si trova in concomitanza del punto di innesto serve per un determinato scopo. Ad esempio una vite a testa piana svasata, una volta avvitata completamente, tenderà ad essere allo stesso livello del piano su cui è inserita, con un effetto a scomparsa. Diversamente una vite con la testa a bottone risulterà sollevata a meno di non avere un alloggiamento predisposto per la testa. Si tratta in ogni caso di scelte di tipo costruttivo e di assemblaggio. La vite a testa piana svasata, se montata su una perlina in legno, potrà essere successivamente stuccata e diventare praticamente invisibile.
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Il materiale con il quale è costruita una vite ne determina la possibilità di impiego successiva. Sarebbe controproducente installare una vite in ferro su una superficie a contatto con le intemperie in quanto in poco tempo si ossiderebbe, rischiando di rompersi. Oppure potrebbe diventare inservibile l'innesto, circostanza che renderebbe impossibile svitarla successivamente se non danneggiando la testa, con la conseguenza che andrebbe tagliata o estratta a forza con una tenaglia, danneggiando il materiale in cui è innestata. Per ovviare a queste problematiche vengono prodotte viti in acciaio inox, materiale particolarmente resistente alle ossidazioni. Va precisato che in questo caso è opportuno scegliere la minuteria in modo corretto, recandosi in un negozio di ferramenta e rappresentando l'uso che se ne vuole fare.
Possiamo pensare alle viti come oggetti che sono stati realizzati in un'epoca prossima a quella industriale. In realtà l'invenzione della vite ha più di duemila anni ed è frutto della fantasia di un matematico greco. Come per tutti gli oggetti realizzati per agevolare la meccanica, occorreranno molti anni perché si assista ad un processo di normalizzazione, ovvero per ottenere uno standard uguale in molti paesi del mondo. Un primo passo su questo fronte fu fatto durante il secondo conflitto mondiale. Gli alleati ebbero la necessità, a fine di manutenzione, di utilizzare lo stesso tipo di viti, in modo che un apparecchio americano potesse essere riparato da un tecnico inglese e viceversa. Per questo durante quel particolare periodo fu adottato da entrambe le parti, quantomeno quelle più forti dal punto di vista industriale, uno standard condiviso.
Esistono viti costruite con una vasta gamma di materiali. Accanto alle leghe tradizionali di ferro, esistono anche viti in plastica o in legno che servono per scopi particolari. Ma un materiale particolare ha attirato l'attenzione del mondo del ciclismo e del motociclismo ovvero l'ergal. É una lega di alluminio aeronautico che si presta particolarmente per la sua robustezza alla torsione meccanica e per la spiccata leggerezza rispetto al ferro o all'acciaio. Proprio per questo motivo, le viti in ergal vengono scelte per le mountain bike di una fascia alta, per garantire una resistenza aggiuntiva su quei percorsi particolarmente accidentati. Stessa cosa avviene per le moto, soggette a forti vibrazioni, e sollecitazioni dei telai ancora più spiccate. Inoltre le viti ergal sono disponibili in toni accesi e possono essere collocate associando un colore ad un determinato scopo.
Basta andare nel reparto ferramenta di qualunque supermercato per rimanere davvero confusi dalla quantità di minuteria esposta. Viti, bulloni, chiodi di ogni forma e dimensione è messa in bella mostra sugli espositori. Si tratta tuttavia di materiale idoneo per un uso domestico, un fai da te casalingo senza grosse pretese dal punto di vista delle prestazioni. Chiunque si è trovato a comperare delle confezioni di viti per pochi centesimi avrà notato che le teste tendono a screpolarsi quando si fa forza con un avvitatore, per esempio. Inoltre comperarle per poi metterle in una cassetta degli attrezzi e dimenticarle non è proprio il massimo in termini di risultato. Vanno infatti conservate in luogo idoneo e sicuramente asciutto, perché possono arrugginirsi e, se dovessero necessitarvi, risulterebbero inservibili.
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