L'espressione guerriglia gardening si deve allo scrittore John F. Adams che nel 1983 pubblicò un libro per esortare i coltivatori a evitare gli ibridi. Qualche anno dopo, nel 1996 a Londra, 500 giardinieri misero in atto un'azione di guerrilla gardening su un terreno della Guinness nel Wandsworth, zona sud della City: l'azienda leader mondiale nella produzione di birra non utilizzava quel campo e gli attivisti lo riqualificarono riportandolo all'antico verde. Nello stesso anno a Copenaghen un movimento di giovani costruì in appena 10 ore un parco verde sulle ceneri di una discarica: mille persone lavorarono al progetto, inaugurato venti anni fa e ancora oggi in corso. Sempre a Londra nel 2000 nel giorno dedicato alla festa dei lavoratori il primo maggio l'associazione Reclaim the Streets svolse un sit-in di guerrilla gardening addirittura al Parlamento: a ritmo di samba e accompagna da ciclisti in arrivo da Hyde Park, i giardinieri picchettarono la piazza con fiori, semi e ortaggi.
In Italia esistono centinaia di gruppi di guerrilla gardening. L'obiettivo dei giardinieri d'assalto è quello di convertire il cemento e l'asfalto in giardini in fiore: i guerrilla gardener italiani agiscono per abbellire i monumenti pubblici delle città con piante, alberi e fiori, dove prima c'era l'asfalto ora ci sono aiuole. Per citarne alcuni in Sardegna ci sono gli Gnomi Giardinieri, in Sicilia il gruppo Guerrilla Gardening Palermo- Palermo, la Guerrilla Gardening Mazara e il Movimento dei Conigli a Castelvetrano; in Puglia troviamo gli Ammazza che piazza, gli Effetto Terra a Bari, seguiti dalla Guerrilla Gardening Casamassima e il movimento Puliamo Terlizzi. In Campania sono famosi i Friarielli Ribelli di Napoli, i Nonanovola Guerrilla Gardening di Salerno, la Penisola Sorrentina Guerrilla Gardening e gli Spacca Nocelle Guerrilla Gardening di Avellino. Gli ecologisti del movimento guerrilla gardening italiano organizzano anche corsi e lezioni di giardinaggio sociale e spesso agiscono sotto l'egida della pubblica autorità.
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