Dorifora

La dorifora

Le origini della dorifora, un insetto che colpisce in particolar modo le patate, i pomodori e le Solanacee, non sono certe, ma sembra che questo coleottero sia originario della regione geografica ricompresa fra il Colorado ed il Messico. Per quanto riguarda l'Italia è invece certo che la sua diffusione avvenne nel 1944. Anzi, la propaganda del periodo bellico attribuì a fantomatici lanci dagli aerei americani la diffusione dell'insetto in tutta l'Europa che avvenne proprio negli anni del secondo conflitto mondiale. Anche se la sua presenza era stata segnalata già nell'ultimo ventennio del secolo precedente. La dorifora si sviluppa esclusivamente sulle solanacee, soprattutto (ed in questo ordine di importanza) sulla patata, sulla melanzana, sul peperone e sul pomodoro. Il danno che questo insetto produce alle piante, sia nella sua forma larvale che in quella adulta è, essenzialmente, la defoliazione. Ne consegue una minore attività fotosintetica che causerà la morte della pianta. Se la pianta sopravvive è molto probabile che i ricacci laterali assorbano tutte le energie della pianta, a scapito della produzione di tuberi o frutti. Sempre che non vengano attaccati anche i nuovi germogli.
Adulto di Dorifora

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Il ciclo biologico della dorifora

Uova di Dorifora Ma come si sviluppa un'infestazione da dorifora? Innanzitutto, va detto che l'adulto della dorifora è in grado di sopportare i rigori dell'inverno interrato ad una profondità di 20-30 cm nel terreno. Uscirà solo in primavera, quando la temperatura esterna avrà raggiunto i 14°C. A questo punto avverrà l'accoppiamento e la successiva deposizione delle uova sulle piante ospiti, generalmente nella pagina inferiore delle foglie. Con questo sistema in un lasso di tempo variabile fra i 4 e i 15 giorni ( a seconda dell'andamento climatico) l'embrione completerà il suo sviluppo. Trascorreranno circa due settimane e tre mute: le larve avranno raggiunto la maturità. A questo punto penetreranno per una profondità di 5-15 cm nel terreno e si impuperanno. Trascorsi dai 7 ai 14 giorni la pupa diventerà un adulto e sarà nata la prima generazione. Il ciclo si ripeterà, con accoppiamento, ovodeposizione, stadio larvale, poi pupale e successiva nascita della seconda generazione. Nelle zone fredde questa è la generazione che avrà il compito di svernare e prepararsi per l'attacco che avverrà nella successiva primavera. Nelle regioni più calde, invece, si avrà una terza generazione.

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La lotta alla Dorifora

La lotta alla Dorifora La lotta a questo insetto si attua con sostanze chimiche, con la lotta biologica e con pratiche agronomiche adatte.

Per quanto riguarda la lotta chimica si utilizzano insetticidi fosforganici, carbammati e piretroidi. I trattamenti dovrebbero essere effettuati in pre o post fioritura, per limitare i danni agli insetti utili. Il piretro, data la sua bassa tossicità (non nulla, bassa) e il suo breve periodo di carenza è il più adatto a chi propende per coltivazioni biologiche (per le sue caratteristiche è uno dei pochissimi prodotti chimici autorizzati nei disciplinari delle coltivazioni biologiche). I Chitinoinibitori si utilizzano per devitalizzare uova e larve di 1^ generazione, mentre i Neonicotinoidi si utilizzano per la concia dei tuberi e dei semi e per le irrorazioni fogliari.

Nella lotta biologica si adottano il Bacillus thuringiensis, un batterio sporigeno che si usa contro le larve; l'Edovum puttleri un imenottero le cui femmine depositano le proprie uova all'interno delle uova di Dorifora e lo Zicrona coerulea una cimice che invece di cibarsi di verdure come le sue cugine, si ciba di larve ed adulti di coleotteri.




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