Anche se l'oidio tende a colpire qualsiasi pianta con foglie ampie, in genere questo fungo predilige alcune specie particolari. Si tratta infatti di un parassita contro cui devono lottare tutti gli appassionati di giardinaggio e di orticoltura che amano coltivare le viti, le zucchine e soprattutto le rose. Questo fungo, una volta installato su una pianta del giardino, tende poi a diffondersi abbastanza rapidamente, cosa che porta a poterlo notare praticamente su qualsiasi pianta a foglia larga, soprattutto in primavera. Del resto il clima primaverile è perfetto per lo sviluppo dell'oidio. Il clima è infatti sufficientemente caldo, mantenendo però delle piogge periodiche e nottate abbastanza fresche. Diverse malattie fungine si manifestano proprio con queste condizioni climatiche, per questo motivo sono molti i coltivatori che predispongono dei trattamenti antifungini preventivi, per evitare che i funghi si installino sul fogliame.
L'oidio è una malattia fungina molto diffusa da sempre, per questo motivo sono disponibili diversi rimedi contro di esso. In linea generale chi coltiva da tempo un giardino, un orto, un vigneto o un campo conosce bene l'oidio e preferisce effettuare trattamenti preventivi. Per evitare che il fogliame rimanga umido, cosa che lo rende un terreno di coltura favorevole alla presenza dell'oidio, sono particolarmente indicati trattamenti a base di zolfo in polvere bagnabile o liquido. Questo tipo di trattamento ha però delle controindicazioni; prima di tutto lo zolfo non uccide l'oidio, ma evita soltanto che si instauri nei tessuti verdi. Inoltre questa sostanza può risultare fitotossica per alcune piante, soprattutto quando le temperature massime salgono. Se l'oidio ha già colpito è necessario utilizzare prodotti specifici contro questa specie di fungo, di tipo sistemico o che funzionano per contatto con il parassita.
L'oidio è un fungo, che ama installarsi sul fogliame fresco e delicato, come quello dei giovani germogli. Perché si possa sviluppare al meglio è necessario che il clima sia umido e che il fogliame sia ricoperto da un sottile strato di acqua. Le motivazioni per cui colpisce soprattutto alcune piante è infatti correlata al tipo di annaffiature che si praticano. In particolare con un clima adatto allo sviluppo dell'oidio è importante evitare le annaffiature serali: l'acqua può rimanere in ampie gocce sulle foglie per molte ore, spalancando la porta all'arrivo dell'oidio. Oltre a questo nei mesi primaverili e autunnali, quando il clima notturno è decisamente ancora fresco, conviene evitare di irrorare il fogliame delle piante che si devono annaffiare. I trattamenti preventivi a base di zolfo sono poi consigliabili, soprattutto in periodi piovosi in cui si alternano giornate di pioggia con giornate soleggiate. Lo zolfo ha il vantaggio di non essere tossico per i mammiferi e di rimanere sui frutti trattati, senza penetrare al di sotto della buccia: basta un rapido lavaggio per eliminarlo completamente.
In commercio sono disponibili anche prodotti contro l'oidio il cui utilizzo è consentito in agricoltura biologica, grazie alla loro bassa tossicità per l'uomo. Lo zolfo come trattamento preventivo è ammesso in agricoltura biologica, ma solo con condizioni climatiche predisponenti allo sviluppo della malattia. Si possono poi utilizzare soluzioni a base di piretro, che sembrano avere una buona efficacia contro diverse malattie fungine e anche contro vari insetti che colpiscono le piante. Molto efficace si sta dimostrando anche il bicarbonato di sodio, la cui efficacia però dipende dalla tempestività con cui si applicano i primi trattamenti. Negli ultimi anni molti agricoltori stanno testando il bicarbonato di potassio, che si è evidenziato essere molto più efficace rispetto al bicarbonato di sodio. In commercio si trovano anche fungicidi biologici a base di olio di pino. Oltre a funzionare contro alcuni funghi permettono anche di controllare la presenza di cocciniglia.
L'oidio è un fungo che ha uno sviluppo abbastanza rapido. Dapprima si notano solo le spore del fungo, che appaiono come farina sottile, o cipria bianca. In seguito le ife del fungo si sviluppano sempre più, dando vita ad una spessa coltre feltrosa. Ricoperti dal fungo gli organi della pianta non riescono ad avere scambi gassosi con l'ambiente e neppure a svolgere la fotosintesi clorofilliana. L'organo colpito deperisce e necrotizza, cosa che può causare l'arrivo della botrite, detta anche muffa grigia, soprattutto per quanto riguarda la presenza dell'oidio sui frutti delle piante. In genere i danni causati all'intera pianta dipendono dal numero di foglie e frutti colpiti dal fungo. Anche nel caso di un'infestazione minima comunque si ha una certa sofferenza della pianta, soprattutto se l'oidio arriva in primavera, periodo in cui la gran parte delle piante sono in pieno rigoglio vegetativo. Anche se difficilmente una pianta muore a causa dell'oidio, questo fungo può causare gravi perdite di raccolto, sia di fiori sia di frutti.
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