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La semina è una fase molto delicata nel processo di produzione delle piante. Può essere fatta sia in campo aperto, sia in un ambiente riparato, sia in laboratorio nel caso fossero richieste certe condizioni particolari. I semi necessitano di un terreno ben lavorato, soffice ed aerato. Per il coltivatore amatoriale esistono dei substrati pronti di terriccio universale unito ad altre tipologie di materiale come la perlite espansa, ricchi di minerali e nutrienti per la crescita e lo sviluppo dei germogli. I contenitori per la semina possono essere dei vasi comuni da giardinaggio, i vassoi con gli scomparti pronti oppure vasetti in torba pressata decomponibili. Non c'è una regola per la scelta del contenitore, dipende dalla comodità del coltivatore. Prima di seminare, i semi vanno lasciati in acqua per alcune ore affinché si re-idratino, successivamente vanno sparsi sul terriccio e coperti con uno strato di pochi mm.
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La semina perfetta è data dal controllo di diverse variabili, innanzitutto la qualità dei semi deve essere ottima, i semi devono essere freschi e non devono galleggiare se immersi in acqua. La vitalità delle sementi dipende dalla tipologia di pianta da cui sono stati prodotti: i semi di Baobab rimangono quiescenti a lungo per anni, mentre quelli delle orchidee perdono rapidamente energia. La semina va fatta nei periodi opportuni, tendenzialmente in primavera che può essere anticipata se si utilizza una serra o se si collocano i vasi in una stanza calda della casa. Per certi tipi di piante può essere effettuata anche in agosto, specie per i fiori perenni che hanno bisogno di molto tempo per crescere. Non si semina in giornate di pioggia, se all'aperto, altrimenti le sementi possono essere dilavate via dall'acqua. Per una migliore distribuzione dei semi, soprattutto se molto piccoli, possono essere mescolati con sabbia fine e poi sparsi sul terreno. Vanno, infine, ricoperti con uno strato di terriccio pari al loro spessore.
Anche se la semina consiste nella deposizione sul terreno delle sementi, esistono diversi modi per farlo cercando di ottenere delle finalità ben precise. La più semplice è la semina a spaglio, tradizionale, veloce e da sempre utilizzata nei campi prima dell'avvento dei mezzi automatizzati. Consiste nel distribuire i semi lanciandoli su una zona ampia di terreno. È una tecnica adatta alla semina del prato o dei cereali. Un altro modo è seminare nel semenzaio, ovvero in particolari contenitori in plastica ricchi di fori in cui collocare il terriccio e adatti ad ospitare una singola piantina. Sono ampiamente impiegati nei vivai per la produzione di molti germogli rapidamente. C'è poi la semina a file, utile ed essenziale nell'orto di casa per garantire spazio sufficiente agli ortaggi. In questa modalità è necessario diradare le piantine, una volta germogliate, se troppo vicine collocare. Infine c'è la semina a postarelle, impiegata per i semi grandi come quelli di zucca. È realizzata facendo delle piccole buche nel terreno dove vengono inseriti alcuni semi.
Ci sono delle circostanze che non possono trarre giovamento dall'impiego della semina rispetto ad altre tecniche di moltiplicazione. Nelle zone fredde, dove la stagione primaverile non è pienamente sfruttabile come nell'area mediterranea, effettuare la semina significa avere un raccolto tardivo che può essere compromesso dal maltempo autunnale, inoltre può accadere che la pianta germogliata non riesca a compiere l'intero ciclo vitale entro la bella stagione. In questi casi, è più conveniente acquistare le piantine già cresciute prodotte con la tecnica della talea oppure seminate in serre riscaldate. Non è neppure conveniente per moltiplicare un determinato albero sperando cresca con le stesse caratteristiche della pianta madre: l'impollinazione determina un'ibridazione, quindi ciò che germoglierà dal seme risulterà sempre diverso dai caratteri dell'albero originario.
La semina, sebbene sia il metodo più naturale per la moltiplicazione di una pianta, non è quello più controllabile rispetto alle altre tecniche come la talea, ad esempio. La problematica principale è la qualità del seme impiegato: se l'impollinazione non è avvenuta con successo, il seme può risultare poco fertile e quindi non germinerà. Per assicurarsi se le sementi siano o meno fecondate, basterà collocarle in un bicchiere d'acqua. Se vanno a fondo, sono sane, se rimangono a galla significa che sono vuote all'interno e che vanno scartate. Inoltre, in generale i semi possono avere una bassa percentuale di germinabilità, data da diversi fattori come la temperatura, l'umidità o lo spessore della cuticola che li riveste. Infine, essendo molto nutrienti, sono i bersagli prediletti di muffe e uccelli che non solo compromettono la germinazione, ma possono determinare anche ingenti danni economici ai grandi coltivatori.
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