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Sono trascorsi venticinque anni dall'approvazione della legge che ha messo al bando l'amianto. Ciò nonostante, ad oggi, solo il 2% dei materiali contaminati presenti in Italia è stato rimosso. Il motivo di questo ritardo è dovuto ai costi smaltimento amianto, troppo elevati. Per quanto concerne la semplice rimozione, infatti, la cifra finale è determinata da diversi fattori, primo tra i quali la quantità. Le cifre variano a seconda del quantitativo di amianto da rimuovere: si va da una media di 19-25 euro al metro quadro se il totale del materiale da eliminare è di circa 50 mq, passando per cifre che si aggirano tra i 15 e i 23 euro sotto i 100 mq, 12-18 euro sotto i 200 mq, 10-14 euro intorno ai 500 mq fino ad un costo che oscilla tra gli 8 e i 13 euro se si tratta di almeno 1000 metri quadrati. Insomma, le cifre sono inversamente proporzionali ai metri quadrati da smaltire: più amianto c'è da rimuovere, meno dispendiosa sarà l'operazione. Comunque, ogni impresa di smaltimento ha un suo tariffario e i preventivi variano da ditta a ditta. Oltre a ciò, bisogna tener presente che sul costo influiscono numerosi altri fattori.
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La rimozione dell'amianto, in certi casi, comporta una serie di operazioni tutt'altro che economiche. Spesso si rende necessaria l'installazione di un piccolo cantiere atto a delimitare l'unità di decontaminazione. Altre spese sono poi associate all'utilizzo di appositi macchinari preposti all'incapsulamento e all'imballaggio dei manufatti, nonché al monitoraggio dell'aria da effettuarsi prima e dopo l'operazione. Senza contare le spese di trasporto del materiale dal luogo della rimozione all'impianto di smaltimento, la remunerazione della manodopera specializzata e gli oneri dovuti all'Azienda Sanitaria Locale, ente predisposto ad effettuare le verifiche e a realizzare i piani di bonifica. Tenendo conto di tutti questi fattori, la spesa finale a carico del cittadino lievita parecchio, e può andare dai 400 ai 10000 euro, in base alla quantità di materiale da rimuovere e alla distanza del centro di smaltimento. I prezzi, in ogni caso, variano da regione a regione e ogni caso è da considerare a sé stante. Per avere un'idea più chiara è comunque possibile confrontare i preventivi on-line disponibili sui siti web delle varie aziende.
Nonostante i costi smaltimento amianto siano piuttosto proibitivi, specie negli ultimi tempi, vi sono numerosi incentivi in grado di sollecitare anche i cittadini più titubanti a compiere questa scelta importante. Al di là delle numerose aziende specializzate nei settori del risparmio energetico e delle energie rinnovabili che offrono la possibilità di riconvertire tettoie in amianto con pannelli fotovoltaici, non bisogna sottovalutare gli incentivi statali. A questo proposito è importante segnalare il Bonus rimozione amianto 2017 che consente a tutti i titolari di reddito d'impresa l'ottenimento di un credito d'imposta al 50% sui lavori di bonifica e smaltimento. L'agevolazione è stata promossa da un decreto emesso dal Ministero dell'Ambiente in data 17 ottobre 2017 e fa riferimento ai lavori di rimozione effettuati entro il 31 dicembre 2016. Le domande devono essere inoltrate al Ministero entro il 31 marzo 2017 e l'incentivo copre tutte le spese di bonifica all'infuori di quelle successive alla rimozione (come il rifacimento di un tetto dopo l'eliminazione dell'Eternit), per le quali esistono altri incentivi (ad esempio la Detrazione Ecobonus 2017 del 65%).
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