I ponti termici sono essenzialmente di due tipi, lineari (davanzali passanti, travi, pilastri verticali, distanziatori nelle vetrate) e puntali (travi a sbalzo, pilastri con attacco a soffitto e a pavimento). In ogni caso i ponti termici hanno un forte impatto sia sugli aspetti igienico-sanitari, causando condensazione superficiale e quindi la formazione di muffe, che sul comfort termico interno perché si percepisce sulle superfici una temperatura differente rispetto all’aria. Inoltre possono causare condensazione interstiziale che vanno a pregiudicare la durata e le prestazioni dei materiali che compongono la struttura edilizia. Ancora più importante è l'impatto che i ponti termici hanno sui consumi energetici: le dispersioni di calore infatti sono le cause principali della perdita di isolamento termico dell'edificio con conseguenti rincari in bolletta. Tra l'altro, i ponti termici possono rappresentare anche il 20-30% delle perdite di calore totali dell'abitazione. Si va dal 5% per le pareti in pietra o mattoni pieni al 30% per i pannelli in calcestruzzo.
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Per eliminare i ponti termici è necessario ripristinare o creare ex novo uno strato isolante continuo nel rivestimento edilizio. A seconda che si voglia correggere una situazioni già esistente o meno si parla di soluzioni correttive o preventive. Tra le più comuni vi sono la messa a punto di un isolamento a cappotto continuo, l'applicazione di intonaco antimuffa, la realizzazione di balconi con isolamento su un lato oppure la demolizione di balconi autoreggenti e la loro ricostruzione collegandoli con tasselli all'edificio. Per quanto riguarda i serramenti, invece, si può adottare un vetrocamera incassato all'interno del telaio oppure un distanziatore isolante o una canalina. L'adozione di un isolamento a cappotto è particolarmente indicata per eliminare i ponti termici in un edificio già esistente, magari coordinando la soluzione con altri interventi localizzati.
Per quanto riguarda le nuove costruzioni invece il problema si presenta quando, una volta terminata la struttura in cemento armato, si deve mettere a punto l'involucro edilizio. Possibili soluzioni sono applicare agli infissi il taglio termico (cioè interrompere il flusso di calore che passa attraverso il serramento di metallo) o completare l'involucro edilizio con termoblocchi. Questi ultimi devono essere garantiti secondo la certificazione prevista dal D.Lgs. 192/05. I termoblocchi nei pilastri in cemento armato consentono di creare tra i due elementi un incavo da riempire con materiale isolante. Si tratta della stessa procedura per l'isolamento a cappotto e, in alcuni casi, si può applicare anche a tutte le pareti e all'esterno dell'edificio. In genere l'incavo è di 5 centimetri, ma può anche essere portato a dieci attraverso la sagomatura dei termoblocchi. A seconda delle diverse esigenze e del clima più o meno rigido della regione in cui sorge l'edificio, il polistirene espanso con cui si realizza l'isolamento termico ha una densità media oppure alta.
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